Per la rubrica Dr. Walt Disney vediamo con gli esperti dell’Associazione Pollicino qual’è il valore intrinseco di alcune fiabe analizzando qui la fiaba del film La Sirenetta.
La Sirenetta narra la storia di una splendida fanciulla di nome Ariel, dai rossi capelli fluenti, dotata di una innata voglia di avventure. Attratta dalla terra ferma, la principessa, figlia del Re del mare Tritone, spesso si allontana dalle acque per curiosare sulla riva le abitudini del mondo emerso. Un giorno, si innamora di un giovane, il principe Eric, e il suo melodioso canto è l’unica cosa che, dopo il loro incontro, il ragazzo riesce a ricordare.
La strega del mare Ursula, avida del grande potere di Re Tritone, usa Ariel per giungere ai suoi scopi: la inganna, offrendole le gambe per vivere col principe sulla terra ferma, in cambio della sua incantevole voce. L’accordo è siglato, ma anche le conseguenze non tardano a presentarsi! Senza la sua voce, infatti, Eric non può riconoscerla. Saranno le avventure della coraggiosa Ariel a portare, infine, il principe a vederla e a sentirla come colei che contraccambia il suo amore, per vivere il loro lieto fine.
La storia de La Sirenetta è ricca di significati e possibili interpretazioni:
Tra queste, si può notare come Ariel e Ursula ricoprano i ruoli rispettivamente di protagonista e antagonista, ma siano al tempo stesso accomunate dall’essere determinate a raggiungere i propri obiettivi: Ariel vuole una vita fuori dall’acqua, Ursula desidera il potere del mare. Le due si incontrano e si scontrano in una dimensione di parità di intenti, tuttavia completamente opposti. Questi potrebbero rispecchiare la rappresentazione del bene e del male, ben differenziata nella favola. È tale divisione a offrire ai più piccoli una metafora che lascia intendere come nel mondo sociale esistano le buone e le cattive intenzioni e le conseguenze che tutte e due inducono.
La Sirenetta è poi una fiaba che parla di trasformazione, sia nella sua versione originale sia in quella disneiana. Ariel infatti è una adolescente e tale fase di vita si caratterizza per: la curiosità verso ciò che si trova là fuori, oltre i confini del “regno” familiare; il bisogno di essere “parte del mondo”, ovvero l’affermarsi della propria identità nel confronto con gli altri e il rispondere così all’implicita domanda “Chi sono?”; il cambiamento corporeo che, nella donna, implica numerose trasformazioni, tra cui ad esempio l’allargamento dei fianchi.
Nella storia, infine, la Sirenetta lascia indietro ciò che ha di più prezioso: la sua voce. La perdita di questa parte di sé, nella favola, è l’inganno in cui Ariel cade, ma potrebbe essere interpretata anche come la difesa che talvolta si attiva nei bambini e negli adolescenti per raccontare in modo simbolico, senza le parole, un vissuto interiore che fatica ad emergere. In altri termini, come Ariel perde la voce e così “racconta” ciò che la addolora, nei ragazzi e nelle ragazze della terra ferma si potrebbero destare e cogliere dei segnali che rimandano a un bisogno di esprimere i vissuti più intimi a modo proprio.
È in acque profonde che vive la sirena ed è nel profondo di quel mondo interno, fatto di emozioni e sentimenti, che i più giovani nuotano e si addentrano, in una grande avventura alla scoperta di sé.
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