Babbo Natale e altre figure tradizionali, come la Befana, non sono soltanto protagonisti di racconti magici per i bambini: rappresentano valori universali che trascendono le generazioni. La loro presenza, tramandata nel tempo, incarna ideali come la generosità, la condivisione e la solidarietà, diventando simboli capaci di unire le comunità e creare momenti significativi, indipendentemente dalle credenze religiose. Ogni volta che una tradizione viene celebrata, non si tratta solo di un rituale, ma di un’occasione per rafforzare i legami sociali e trasmettere il valore del dono e della reciprocità.
Per i bambini, le storie di Babbo Natale e le storie della Befana non sono semplicemente un intrattenimento: alimentano la fantasia e offrono esempi concreti di amore e gentilezza. Attraverso queste figure, i più piccoli possono ad esempio imparare a comprendere l’importanza dell’altro, sviluppando empatia e consapevolezza. Questi personaggi potrebbero diventare, così, veri e propri strumenti educativi, aiutando i bambini a interiorizzare valori che potrebbero accompagnarli per tutta la vita. Dunque, in un mondo sempre più complesso, il significato di queste figure è più attuale che mai: ci ricordano che, al di là del dono materiale, il vero regalo è il legame che si crea tra le persone.
Tuttavia, arriva un momento in cui il bambino scopre che Babbo Natale e la Befana non esistono. Questo passaggio, lungi dall’essere necessariamente un evento negativo, rappresenta una tappa naturale del percorso di crescita. Intorno agli 8 anni, infatti, molti bambini smettono di crederci, spesso in modo graduale, influenzati da testimonianze altrui, esperienze dirette o ragionamenti logici. Le reazioni a questa scoperta variano: alcuni potrebbero provare tristezza o delusione, emozioni che in molti casi risultano temporanee e gestibili, soprattutto se i genitori affrontano la transizione con sensibilità. Altri, invece, potrebbero sentirsi sollevati o perfino orgogliosi di aver scoperto la verità.
Questo momento sembra coincidere con una fase evolutiva importante in cui il bambino inizia a riconoscere che gli altri possono avere pensieri e sentimenti diversi dai suoi. È anche un’occasione in cui si comincia a riflettere sull’esistenza di credenze comuni e su come integrare punti di vista differenti, considerando l’altro, le sue idee e nuove realtà.
Credere a Babbo Natale e Befana è ancora importante?
La risposta alla domanda “È ancora importante crederci?”, non può che essere soggettiva, ma non è sempre necessario temere il disincanto. Scoprire la verità potrebbe indicare che il bambino sta crescendo e si sta aprendo a una realtà più complessa, in cui fantasia e ragione convivono. Il mito di Babbo Natale, spesso considerato un esempio di “inganno benevolo”, non genera di per sé cicatrici: al contrario, può arricchire l’infanzia con un tocco di magia, accompagnando il bambino verso una comprensione più ampia del mondo e delle sue sfumature.
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