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papà non hanno voce

Durante la crescita, i papà non hanno voce in capitolo (o forse sì?)

Mamma e papà rivestono un ruolo fondamentale nella crescita del bambino, non solo come garanti della sua protezione, ma anche come guide nel suo cammino verso uno sviluppo sano e armonioso.
Spesso, però, si tende a considerare i padri attraverso uno stereotipo che li dipinge come poco attenti e insufficientemente coinvolti nella cura dei figli. Per stereotipo si intende un’idea o un’immagine semplificata e generalizzata che si ha di un determinato gruppo di persone, idee, luoghi e che, frequentemente, non rispecchiala realtà ed è influenzata da pregiudizi.

Può quindi essere importante ritornare sull’ evoluzione del ruolo paterno nel corso della storia, poiché oggi un ideale stereotipato rischia di influenzare negativamente la visione delle figure genitoriali maschili.

In passato, il padre incarnava principalmente l’autorità e l’applicazione delle regole, mentre la prole era tenuta a “distanza”, e tendenzialmente il legame affettivo tra l’uomo e il figlio non era culturalmente ritenuto centrale né rilevante.

I papà non hanno voce in capitolo… o forse sì

Al contrario, oggi i padri sono sempre più spesso protagonisti di nuovi modelli relazionali, volti ad integrare in modo equilibrato la dimensione affettiva con quella normativa.

Questa nuova paternità spesso si rivela particolarmente positiva per i figli, poiché il papà può contribuire in modo unico e significativo prendendosi cura di aspetti essenziali della vita dei ragazzi, offrendo ciò che solo lui è in grado di trasmettere.

Una relazione fruttuosa e arricchente con questa figura di riferimento può aiutare il bambino a sentirsi protetto e sicuro, permettendogli l’acquisizione dell’autonomia necessaria per esplorare il mondo.

Pamela Pace, psicoanalista e Presidente dell’Associazione Pollicino, ha descritto il ruolo del padre come un laboratorio dove il bambino sperimenta sé stesso e apprende come comportarsi nella società. Lo sguardo del genitore può infatti aiutare il bambino a comprendere i valori, umanizzandoli, mostrando inoltre che questi dipendono e prendono forma anche a partire dal contesto (va bene non essere sempre vincitori!).

Come sottolineato anche nel testo “Il domatore di leoni” (di P. Pace, Mondadori, Milano 2012), il ruolo del padre riveste anche nei confronti delle figlie femmine una grande importanza. Lo sguardo paterno, infatti, può promuovere l’opportunità per le ragazze di vivere l’ingresso nel mondo femminile come un momento ricco di significato. L’attenzione paterna favorisce una crescita virtuosa poiché rappresenta una forma di riconoscimento fondamentale; inoltre, questa presenza influisce positivamente sull’autostima e aiuta a ridurre l’incertezza che caratterizza il periodo adolescenziale.

Con il proprio desiderio e la partecipazione alla vita quotidiana il padre può aiutare il bambino a conoscere nuove possibili forme di legame, accompagnandolo nell’affermazione della sua unicità.

In conclusione, si può quindi evidenziare come i nuovi padri, nell’essere soggetti affettivi e normativi, aiutino i figli a incontrare con sicurezza il mondo, trasmettendogli un’eredità legata alla storia personale unita al desiderio di far emergere la loro unicità.

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