L’altro giorno ho trascinato mio marito alla mostra di Barbie. che tra l’altro è al bellissimo Mudec che non avevamo ancora visto. Ovviamente si tratta di una mostra di storia del costume e della moda ed è bello ripercorrere insieme alla biondissima bambola decenni di cambiamenti nella vita delle donne e della loro rappresentazione.
In effetti però penso che per le donne della nostra generazione questa mostra sia soprattutto l’occasione per tornare all’infanzia e per recuperare ricordi sopiti da tempo. Era pieno di mamme che dicevano alle loro bambine: “Questa ce l’avevo! Questa me la ricordo! Questa l’ha avuta per Natale la mia migliore amica e gliel’ho invidiata per anni!”. Io, non avendo figlie femmine, dicevo le stesse cose a mio marito.
Comunque, mi sono tornate in mente un sacco di cose.
1. La Barbie con i capelli lunghissimi che te la davano con una macchinetta che li intrecciava in piccole treccine: la vedo ancora sotto l’albero come uno dei regali più belli mai ricevuti.
2. I vestitini in quella specie di blister con dentro anche scarpe, borsa, magari occhiali, specchietto, phon e qualche altro indispensabile accessorio.
3. La casa con l’ascensore (quella non era esposta, gravissima pecca della mostra, però c’era il mitico camper, la macchina e il cavallo, che io però non ho mai avuto). Mi sembrava un lusso pazzesco tirare la cordicella e far andare su e giù Barbie dai piani della sua villona.
4. Quando ti veniva la malsana idea (perché a tutte noi è venuta, almeno una volta!) di tagliarle i capelli (nuooooo!!!!) o di lavarglieli, che poi rimanevano tutti crespi: incubo!
5. Il piede di Barbie in quella posizione innaturale da tacco 12 permanente…eh bé, mica potrà Barbie mettere una scarpa bassa, dai… La vita da vespa, le gambe chilometriche e il seno prorompente.
6. La volta che ho messo tutte le Barbie che avevo su una lampada e poi l’ho accesa. Ho poi dovuto fare innesti di gambe, braccia e busti per averne almeno qualcuna integra visto che si erano in gran parte sciolte.
7. Le amiche che ne avevano sacchi interi pieni, che io potevo scordarmele (però in effetti forse non mi ricorderei con così grande entusiasmo le poche avevo).
8. I nomi da fotoromanzo delle Barbie, tipo Barbie Fior di Pesco, Barbie Luce di Stelle, Barbie Loving you, Barbie Segreti di Bellezza, Barbie Profumo di Rosa… robe così.
9. Il pulsante dietro la schiena che aveva una mia Barbie, ma che non mi ricordo a cosa servisse (a muovere le braccia forse? Chi se lo ricorda?).
10. Quanto non mi piaceva quel Ken, che ancora non mi do pace che Barbie stesse con un tipo così sciapo e poco interessante. Ma vai a capire come stanno in piedi certe coppie…
Ora Mattel ha realizzato le Babie curvy, petite e tall, per evitare di presentare alle bambine il solito canone di bellezza stereotipato e impossibile. Il piede è diventato snodabile, dunque via a sneakers e ballerine. Vedremo come andrà e se il politiccally correct applicato ai giocattoli farà ripartire le vendite ormai in calo. Questo mi fa un po’ riflettere sulle fragilità delle bambine e ragazzine di oggi: c’è davvero bisogno di una Barbie con un paio di taglie in più per non creare insicurezze in chi ci gioca? Ai nostri tempi, ci ha creato problemi giocare con una bambola così irrealistica? Abbiamo mai davvero desiderato essere così? Ci ha mai sconvolto, crescendo, capire che non avremmo avuto lunghissime gambe, taglia 38 e quarta di reggiseno? Ci siamo mai sentite meno belle o inadeguate a causa di Barbie? Io, personalmente, credo di no. E mi viene anche il dubbio (ma forse sbaglio!) che offrire alle bimbe di scegliere tra le Barbie di una volta e quella più morbida o più bassa, possa, quello sì, portarle a riflettere sul loro aspetto e sulle differenze. In fondo voi, tra una Barbie irrealisticamente perfetta e una piccolina e rotondetta, cosa scegliereste? Non so davvero cosa pensare, su questa questione della Barbie curvy, ditemi la vostra!
Quello che è certo è che Barbie, piaccia o non piaccia, è, appunto, un’icona, che appartiene, forse, a un’altra epoca: del resto è esposta in una mostra…
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