Quando in maggio un’amica mi prestò il libro di Nathalie Charpak Una mamma canguro, non pensai che niente succede per caso, e non potevo certo immaginare che di lì a qualche mese anch’io sarei diventata una mamma canguro facendo marsupioterapia con il mio neonato prematuro.
Mi aveva affascinato allora l’idea che il contatto del bambino prematuro con la mamma, potesse portare grandi benefici allo sviluppo del piccolo e che un metodo nato in Colombia per ovviare alla mancanza di incubatrici, si sia poi rapidamente diffuso negli ospedali più tecnologicamente avanzati di tutto il mondo.
Cos’è la marsupioterapia in TIN?
La marsupioterapia è geniale nella sua semplicità: si tratta di prendere il bambino dall’incubatrice e appoggiarlo sul seno della mamma, con la testolina contro il suo cuore. E di lasciarlo lì a godersi il contatto pelle-a-pelle.
Anche nel cuore di Milano ci sono delle mamme canguro. Io lo sono da ieri. Ed è così che in quelle ore di marsupioterapia, con il mio minuscolo bambino sul seno, ho lasciato scorrere via tutto il dolore dei mesi passati, i giorni e le settimane infinite in ospedale, la paura che il mio bambino potesse nascere troppo presto, il terrore di ogni esame, di ogni ecografia, di ogni movimento. La corsa in sala parto, quando non si poteva più aspettare. Le prime ore, i primi giorni, le prime settimane di vita del mio bambino, passati senza quasi poterlo toccare. La paura di quello che sarà il nostro domani.
Dopo tanto tempo sono stata semplicemente felice. Non lo so cosa succederà in futuro, come andranno le cose. Cerco di vivere giorno per giorno. Però so che ieri io e il mio bambino, comunque vada, ce l’abbiamo fatta.
Il nido di vetro è il libro che racconta la storia del mio bambino prematuro e il mondo della Tin.
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