Ecco un decalogo per aiutare genitori ed educatori a gestire il rapporto tra infanzia e digitale: 10 cose del web che genitori ed educatori possono spiegare anche ai più piccoli.
I bambini cominciano sempre prima a cimentarsi con i dispositivi digitali. Secondo una ricerca curata nel 2018 dal Centro per la Salute del Bambino onlus e dall’Associazione Culturale Pediatri in Italia, 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori.
E mamma e papà sono troppo spesso permissivi: il 30% dei genitori usa lo smartphone per distrarli o calmarli già durante il primo anno di vita, il 70% al secondo anno. Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali, anzi alcune applicazioni hanno mostrato di avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare, purché usate insieme ai genitori. Piuttosto un monito che sottolinea l’importanza di iniziare sin da subito ad educare i bambini ad un corretto utilizzo degli strumenti digitali.
Ecco la ragione che ha spinto l’Associazione Parole O_Stili ad aprirsi anche al mondo dei piccolissimi con la pubblicazione di “Parole appuntite, parole piumate”, messo in rima da Anna Sarfatti, illustrato da Nicoletta Costa ed edito da Franco Panini Editore.
10 semplici concetti che i genitori e gli educatori possono spiegare anche ai più piccini per aiutarli nel rapporto tra infanzia e digitale. “Parole appuntite, parole piumate” nasce quindi per diventare uno strumento utile all’approccio guidato verso tematiche legate alla presenza nel web affrontando l’argomento in modo ragionato, con un codice linguistico e interpretativo adatto ai più piccini.
Ecco i 10 concetti che compongono il Manifesto della comunicazione non ostile per bambini dai 3 ai 7 anni:
1. (Virtuale è reale) La rete non è un gioco. È un posto diverso, ma è tutto vero. E anche in rete ci sono i buoni e i cattivi: bisogna stare attenti!
2. (Si è ciò che si comunica) In rete bisogna essere gentili. Dietro le foto ci sono persone come noi. Se dici cose cattive, saranno tristi. O penseranno che sei cattivo.
3. (Le parole danno forma al pensiero) Prima di parlare bisogna pensarci: puoi contare fino a 10! Così riesci a trovare proprio le parole giuste per dire quello che vuoi.
4. (Prima di parlare bisogna ascoltare) Nessuno ha ragione tutte le volte. Imparare ad ascoltare è molto bello, perché si capiscono i pensieri degli altri e si diventa amici.
5. (Le parole sono un ponte) Ci sono delle parole che fanno ridere e stare bene, come una coccola o un abbraccio. E abbracciarsi con le parole è bellissimo!
6. (Le parole hanno conseguenze) Le parole cattive graffiano e fanno male. Se tu fai male a qualcuno con le parole, poi non è più tuo amico. Tante parole belle, tanti amici!
7. (Condividere è una responsabilità) La rete è come un bosco: meglio farsi accompagnare da un grande. E non dire mai a nessuno il tuo nome, quanti anni hai, dove abiti.
8. (Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare) Qualche volta non si va d’accordo: è normale. Ma non è normale dire parole cattive a un amico se lui non la pensa come te.
9. (Gli insulti non sono argomenti) Offendere non è divertente. Gli altri diventano tristi e arrabbiati. Adesso sei grande e sai parlare: non hai più bisogno di urlare.
10. (Anche il silenzio comunica) Qualche volta è bello stare zitti. Quando non sai cosa dire, non dire niente! Troverai il momento giusto per dire la cosa giusta.
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