Sono arrivata qui a Bucarest con una certa fiducia nella mia capacità di fare conoscenze, di intrecciare rapporti più o meno divertenti, per bermi qualche caffè in compagnia e fare quattro chiacchiere. Ma mai avrei pensato, nel giro di pochi mesi, di incontrare un’amica così speciale.
È la sua delicatezza a colpire, non saprei quale altro termine usare. Non ricordo neppure esattamente come mai abbiamo cominciato a pranzare insieme ogni tanto, provando le cucine più disparate e chiacchierando. Mi fanno sorridere il suo modo di reagire alle cose buffe, il suo modo di salutarmi, inchinandosi leggermente. Così come a lei fa sorridere il mio gesticolare, tutto italiano. Ci siamo invitate a cena e io le ho preparato lasagne, pizza e tiramisù e lei li ha mangiati di gusto, facendo il bis e dicendo che erano i suoi piatti in assoluto preferiti, mentre io mi chiedevo come una ragazza così minuta potesse mangiare così tanto.
Ci siamo trovate per caso e siamo riuscite a far collimare i nostri due mondi lontani. I suoi lunghi capelli neri e i miei biondi. È così sottile che sembra fragile, e ci vuole un po’ per scoprire la sua forza, la sua intelligenza e la sua ironia, velata da una vaga e irresistibile malinconia, i suoi sorrisi appena accennati, densi di amarezza.
Un giorno, fuori da scuola, mi ha messo in mano una busta. Mi ha detto qualcosa sul suo contenuto, ma lì per lì non avevo capito bene.
Arrivata a casa l’ho aperta e ci ho trovato una lettera, una lettera vera, di quelle che non si ricevono più, scritta a mano con la grafia un po’ infantile di chi ha imparato a tracciare i nostri caratteri con una certa fatica. Una lettera bellissima, in cui mi raccontava la sua storia. Una storia complicata e bellissima, difficile e affascinante, unica.
Le ho mandato un messaggio per scusarmi di non averla ringraziata abbastanza, di non aver detto niente quando me l’aveva data. E lei mi ha spiegato che, siccome è certa che resteremo amiche anche quando io sarò in Italia e lei nel lontano oriente, le sembrava giusto che io conoscessi il suo passato, la sua vita di bambina e di ragazza.
Questa cosa mi ha lasciata senza parole, l’ho trovata bellissima e preziosa. E così mi sono messa a scrivere anch’io una lettera alla mia amica, come non facevo forse da più di vent’anni, raccontanto di me e della mia vita, anche se la mia storia mi pare molto più banale della sua.
E così, io ho trovato un’amica e mi ritrovo davvero a sperare che resterà tale come lei, che mi sembra anche un po’ magica, ha pronosticato.
Il mio bambino grande intanto, si è scelto come attività extrascolastica il giapponese. Tanto per non farsi mancare niente.
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