Non voglio né posso aggiungere niente a tutto quello che in questi giorni chi l’ha conosciuta direttamente e le ha voluto bene ha scritto su Francesca Del Rosso, o Wondy, la giornalista, blogger e scrittrice che ci ha lasciati ieri, a solo 42 anni.
Moltissime di noi la conosceranno indirettamente, come me, grazie ai suoi libri, primo tra tutti Wondy, ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro.
Mi era stato mandato appena uscito e l’avevo letto d’un fiato e poi recensito. La forza che traspariva da quelle pagine non mi ha mai fatto dubitare che Francesca, la sua battaglia contro la malattia, l’avrebbe vinta. Lei che ha avuto il coraggio di parlare di cancro senza giri di parole, di raccontare la forza che si può avere anche in quel dramma, di continuare fino all’ultimo secondo a seguire le proprie passioni, a scrivere e sognare.
E ieri, scoprire che no, le cose non sono andate così, mi ha riempita di sgomento.
E questa notte, mentre ci pensavo, mentre pensavo a questa mamma della mia età, a questa mamma milanese come tante eppure un po’ speciale, mi tormentava l’idea dei suoi bambini.
Cercavo di immaginare quanta sofferenza aggiunga alla sofferenza l’idea di non poter preservare ancora per un po’ i propri figli dalla consapevolezza, prima o poi inevitabile, della fragilità delle nostre esistenze, della transitorietà delle nostre piccole vite, della precarietà del nostro esserci.
Pur non conoscendoci personalmente, ci eravamo scambiate alcune mail appena due settimane fa a proposito del suo ultimo libro, Breve storia di due amiche per sempre. L’ultima sua risposta è del 29 novembre: “Cara giuliana Grazie!!!! ;)”, mi ha scritto con tanto di punti esclamativi e faccina sorridente.
Quella faccina, a pochi giorni dalla fine, mi sembra racconti molto di lei.
Grazie a te, Francesca.