Quando vogliamo noi mamme sappiamo farci sentire. Se si parla di mensa scolastica, di vaccini, di parchi, di maestre, di sanità eccoci sul piede di guerra: manifestazioni, petizioni, articoli di giornale. Ma su una cosa non interveniamo, non ci muoviamo e rimuoviamo perché è più facile così: l’inquinamento a Milano, che avvelena la nostra città. Riprendo qui la riflessione di Antonella Boralevi su La Stampa di qualche giorno fa e la declino dal nostro punto di vista, quello delle mamme. Ci preoccupiamo per il terrorismo internazionale, ma non ci preoccupiamo della prima causa di morte a Milano e in tutta la pianura Padana.
Io per prima spesso evito di leggere articoli su questo tema, perché mi angoscia.
Ma perché non chiediamo a gran voce a chi ne ha la responsabilità di prendere misure serie? E’ vero che si ha la sensazione di completa impotenza di fronte a questi problemi, ma forse non è così.
Si tratta della salute nostra e dei nostri bambini, si tratta non di sciocchezze ma di malattie serie, gravissime.
Regole più severe sul traffico, sul riscaldamento sono ormai indispensabili. Possibile che in questi giorni sia già partito il riscaldamento? Possibile che non siamo disposte ad accompagnare i bambini a scuola o ad andare a fare la spesa non in macchina?
Dovremmo organizzarci in un gruppo di pressione di quelli forti, di quelli che lottano per cause di decisiva importanza, come la possibilità per tutti noi e per i più piccoli in particolare di respirare. Prima che l’inquinamento a Milano diventi ancora più insopportabile.
[In questi giorni si leggono sui giornali notizie davvero molto allarmanti, ma ormai in realtà il livello delle polveri sottili è sempre e costantemente troppo elevato. I provvedimenti che vengono presi, come il blocco del traffico nei weekend, quando già ce ne è meno o le targhe alterne, sono chiaramente solo dei palliativi molto poco incisivi].
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