Nella vita di un bambino, la figura materna e quella paterna rivestono un ruolo cruciale. Sebbene possano apportare contributi differenti, nella loro relazione con i figli, entrambi condividono anche l’essenziale responsabilità di guidare il bambino verso uno sviluppo sano. Il ruolo del padre, in particolare, esercita un profondo impatto che si estende lungo tutta la vita del figlio, a partire dal concepimento fino all’età adulta.
Storicamente, la figura paterna era spesso associata a un coinvolgimento minore nella crescita e nell’educazione dei figli, ed essenzialmente incentrata sulla definizione e applicazione delle regole che assicuravano la stabilità familiare. Questa tradizionale immagine del padre come figura autoritaria e distante, con il passare del tempo, ha subito notevoli trasformazioni ed è tutt’ora in evoluzione.
Il ruolo del padre oggi
I padri di oggi tendono infatti anche a valorizzare la dimensione dell’affetto e del supporto emotivo e a dedicare un ascolto sensibile ai sentimenti dei loro bambini. A questo ruolo più “affettivo” si accompagna quello più classico normativo (condiviso oggi anche dalle madri): essenziale per promuovere l’autocontrollo, il valore del limite e quindi la gestione degli impulsi. La dimensione delle regole e delle norme sociali contribuisce infatti in modo significativo allo sviluppo del senso di moralità e responsabilità del bambino. L’esempio e l’etica che i padri possono offrire rivestono quindi un ruolo fondamentale, attraverso cui possono coniugare la funzione normativa con l’importante componente affettiva.
Inoltre, nella costruzione e cura della relazione con i propri figli, i padri consentono ai bambini di sentirsi riconosciuti e amati per la loro unicità. In questa relazione, la trasmissione di un senso di protezione e sicurezza permette ai piccoli di esplorare il mondo circostante e di sviluppare una sana autonomia e fiducia in sé stessi. Si potrebbe affermare che i padri abbracciano con il loro ruolo entrambi i significati impliciti nel termine “padre”, ossia colui che protegge e colui che nutre.
È altresì importante riconoscere che in un’epoca in cui sembra predominare l’eccesso e la ricerca immediata di gratificazioni, introdurre nei propri figli il concetto di limite e insegnare loro ad accettare il “NO” diventa una sfida. Ma a cui forse proprio i “nuovi padri” possono rispondere in maniera virtuosa, nella consapevolezza che nessuno è perfetto e che si possono commettere errori. Questo approccio valorizza l’umiltà e la consapevolezza da parte dei genitori di non avere tutte le risposte.
Un atteggiamento prezioso nel momento in cui, nell’ attuale era digitale, i genitori devono affrontare anche la sfida di presentare ai loro figli un mondo interconnesso e molto complesso. Questo significa non solo fornire orientamento su come utilizzare le tecnologie in modo responsabile, ma anche promuovere il rispetto online, l’empatia e consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni virtuali.
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