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Miss Comedy Queen

Miss Comedy Queen, intervista a Jenny Jagerfeld

Abbiamo intervistato per voi Jenny Jagerfeld, l’autrice svedese del libro per ragazzi Miss Comedy Queen, uscito per De Agostini.

Si tratta della storia di Sasha, una ragazzina di 12 anni che ha deciso di essere l’esatto contrario della sua mamma, la donna che, suicidandosi in seguito a una lunga depressione, le ha rovinato la vita.

Ora Sasha ha grandi progetti, ma soprattutto quello di diventare una grande cabarettista, in grado di far ridere tutti.

Naturalmente Sasha dovrà affrontare il suo dolore e si renderà conto del fatto che, prima di far ridere gli altri a crepapelle, dovrà piangere lacrime amare.

Come sei arrivata a scrivere per ragazzi? Quanto centra la tua professione di psicoterapeuta?

In realtà il mio primo libro parlava di una ragazza di 23 anni che rimaneva traumatizzata dopo essere stata lasciata dal fidanzato. Con quel libro non mi rivolgevo direttamente ai ragazzi, ma era una tematica in effetti “young adult” e così il mio editore mi ha chiesto se mi sentivo di scrivere qualcosa per adolescenti. E infatti ho raccontato in un secondo libro la storia di una ragazza di 17 anni, con tutte le problematiche tipiche dell’adolescenza, la cui mamma sparisce nel nulla. Infine con Miss Comedy Queen sono approdata a raccontare la storia di una preadolescente, una ragazzina di 12 anni.

Sicuramente la mia professione mi ha permesso di ascoltare tante vicende e di incontrare tanti ragazzi, il che mi ha molto aiutato, ma è per me molto importante anche il rapporto con le mie due figlie.

Perchè la scelta di parlare in un libro destinato ai ragazzini di un argomento così difficile? Non solo la perdita di un genitore, ma anche la depressione, il disturbo mentale e il suicidio?

Certo, sono argomenti difficili, ma purtroppo si tratta anche di realtà di cui si deve tenere conto: in Svezia ogni anno si suicidano circa 2000 persone, per esempio, e sono molti i bambini che hanno genitori con disturbi psicologici, genitori esauriti, stressati, depressi. Anche se io stessa lo vorrei, non possiamo proteggerli per sempre dalle cose orribili che, purtroppo, accadono. Meglio allora insegnare loro come parlarne, dando loro le parole giuste per affrontare anche queste situazioni difficili, senza la vergogna che troppo spesso spinge a non nominare mai il disturbo psicologico o il suicidio.

Sasha non è sola: ha il suo papà, ha l’amica Marzia e ha lo zio Oskar, personaggio bellissimo del romanzo. In generale pensi che oggi gli adolescenti siano più soli che in passato?

Da un lato forse sì, ma dall’altro lo sono di meno. Mi spiego: oggi i ragazzi hanno tante cose interessanti da fare in casa, ci sono i video di YouTube e i social media, per cui tendono ad uscire meno di una volta e ad avere meno contatti diretti tra loro. Ma non voglio demonizzare i social, troppo facile! Non dobbiamo dimenticare che grazie ai social e al web è possibile per i ragazzi che non si riconoscono tra le persone che frequentano direttamente trovare online qualcuno che gli somiglia, che ha le loro stesse passioni o inclinazioni, qualcuno con cui essere se stessi e con cui condividere tanto, anche dal paesino più sperduto e provinciale.

Sasha, per fare tutto il contrario di quello che faceva la sua mamma, decide di non leggere mai più libri in vita sua. Pensi che i libri possano aiutare i bambini e i ragazzi ad essere meno soli?

Certo, io credo molto nel potere dei libri, per questo sono diventata una scrittrice. I libri ti aiutano a capire situazioni, problemi, emozioni. Io stessa, per esempio, dopo aver avuto la mia prima figlia con un parto molto complicato e difficile, avevo pensato che non avrei mai avuto altri bambini. Poi ho letto La stanza di Giovanni di James Baldwin e ho capito che incerti momenti della vita bisogna semplicemente compiere un atto di fede e buttarsi, senza avere paura di fare una cosa che si desidera.

Tante volte la letteratura aiuta a comprendere le proprie paure e a trovare la via d’uscita e la cura per lenire la tristezza. Io poi quando scrivo, anche di temi difficili come nel caso di Miss Comedy Queen, cerco sempre di strizzare l’occhio all’ironia…

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