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Quanto contano i voti scolastici

Quanto contano i voti scolastici

La tematica delle valutazioni scolastiche ha da sempre creato un certo dibattito: è infatti un argomento importante che porta con sé diversi significati, quanto contano i voti scolastici oggi? Gli alunni di oggi si trovano immersi in quella che si può definire società della performance, in cui spesso il singolo ottiene valore principalmente attraverso un accumulo – talvolta immenso – di prestazioni, ovvero comportamenti volti al raggiungimento di un fine e che vengono messi in atto anche per accrescere, agli occhi degli altri, la propria visibilità. 

In questo contesto, quindi, anche l’ambito scolastico gioca il suo ruolo e sono sempre di più i giovani che si pongono come obiettivo un’eccellente performance nei luoghi di apprendimento. Questa tendenza è certamente apprezzabile di per sé, tuttavia sembra essere accompagnata da livelli considerevoli di ansia e stress, ma non solo.

Quanto contano i voti scolastici?

Le valutazioni, infatti, dovrebbero essere viste – in primis dagli allievi stessi – come strumenti volti a capire il livello di conoscenza di una specifica materia, al fine di potenziare o meno lo studio. Eppure questo processo non appare più così scontato oggi, proprio a causa delle emozioni che girano intorno all’attesa della prova e al suo esito. 

In quest’epoca, inoltre, pare che l’attenzione al voto abbia anche una forte riflessività su ciò che lo studente pensa di se stesso, come soggetto. Ciò che del resto risulta significativo sono l’ambiente e il clima che i ragazzi respirano, in cui la valutazione diviene guida che permette di capire se siano o meno sulla strada giusta, ovvero quella del successo (una strada tanto luminosa quanto faticosa, specialmente se vissuta come costrizione). 

Quello che con frequenza arriva loro, infatti, dalla società della performance è come l’importante, al giorno d’oggi, sia essere sempre attori della propria storia (con pochi momenti, ad esempio, per riprendere fiato) e come sia necessario essere i migliori in ciò che si fa, non accontentandosi di far parte del gruppo e non permettendosi di perdere terreno, perché è solo distinguendosi ed essendo i primi che si potranno raggiungere gli obiettivi, considerati desiderabili. 

Per queste ragioni, a volte, tale concezione di voti e prestazioni porta disagio negli alunni di diverse età, che vivono l’insuccesso scolastico come fosse un vero e proprio fallimento di vita. Tutto ciò potrebbe provocare un senso di colpa nel ragazzo e nella ragazza, che potrebbero arrivare a non sentirsi ripetutamente all’altezza delle aspettative. 

È importante evidenziare quindi che ciò che media il rapporto tra i giovani e le pressioni della società, inevitabili e anche utili alla crescita quando etiche e regolate, sono proprio i rapporti interpersonali: l’attesa per una valutazione, infatti, deriva spesso anche da standard esterni diffusi generalmente, che un soggetto nella sua unicità non riesce sempre a rispettare. Nel dialogo e nella continua interazione con le figure di riferimento – i genitori, i professori, gli amici – lo studente può riuscire a contestualizzare i voti e a non accomunarli al proprio valore personale. 

All’interno di questo quadro, l’Associazione Pollicino realizza dei progetti nelle scuole sui temi dell’ansia e delle valutazioni, ascoltando i ragazzi in modo da comprendere, attraverso la loro voce, il loro vissuto in quella che è la società di oggi.

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articolo a cura di:

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
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