Il sonno del bambino è un momento molto importante della routine giornaliera. Tra i riposini e il periodo della notte, il bambino passa diverse ore nel mondo dei sogni e per questo il sonno è parte integrante del suo sviluppo.
Per quanto riguarda questa attività, Il neonato ha una curva molto più ampia rispetto al lattante e ai divezzi: necessita infatti di riposini ciclici, ma non sempre sono continui (durante la notte, ad esempio, i risvegli possono essere dovuti al bisogno alternato di veglia e sonno). Generalmente, il sonno del neonato si divide in momenti mattutini prima della poppata, con un ulteriore riposo all’occorrenza prima del pranzo, per poi divenire più lungo qualche tempo dopo, nel pomeriggio, e attendere infine la fase notturna. I bambini più grandi (dopo l’anno d’età), invece, tendono a mantenere attivi principalmente il ristoro pomeridiano, di un paio d’ore in media, e poi quello notturno.
In questo ambito, può essere importante creare una routine giornaliera che includa una fase di accompagnamento al sonno, pur rimanendo nella flessibilità di ricercare nuove soluzioni utili all’occorrenza. L’addormentamento è spesso soggettivo e unico: per alcuni può rilassare la lettura della stessa storia ad ogni riposino, per altri invece potrebbe essere utile l’ascolto di una canzone o di una filastrocca.
Il sonno del bambino e perché creare il rituale dell’addormentamento
È rilevante dunque che chiunque segua questa fase di accompagnamento, genitore o educatore, possa osservare e ascoltare le necessità di quel bambino specifico ed entrare in contatto con la sensibilità del momento per permettergli di approdare al sonno in piena tranquillità.
I bambini divezzi e semi-divezzi, per i quali l’allattamento volge al termine e lo sviluppo cognitivo è avanzato, possono anche avere qualche difficoltà a rapportarsi con il sonno, poiché faticano a lasciarsi andare in un mondo sconosciuto come quello dei sogni fatto, a volte, di qualche incubo e di tutto ciò che a loro è ignoto. Per tali ragioni, frequentemente costruire una routine darà ai piccoli una serenità facilitante l’addormentamento.
Perché però si parla tanto di routine? Si tratta di una serie di azioni solite che si svolgono continuamente e in modo ciclico. Così costruita, offre quindi al bambino una dose di sicurezza che gli consentirà di prevedere una parte di ciò che a lui è ignoto, diventando consapevole di cosa accadrà dopo e dopo ancora, quando arriva il tempo sia di chiudere gli occhi sia di riaprirli.
Qualora invece i risvegli aumentino, ciò può essere considerato fisiologico a seconda del momento evolutivo e in considerazione delle diverse condizioni che sta vivendo il bambino, quali, per esempio, la crescita dei dentini, l’inserimento al nido o cambiamenti nella routine giornaliera.
Ciascun genitore, infine, entra in sintonia con il proprio figlio e può intuire o sentire se qualcosa non va nella sfera del sonno.
È bene tuttavia, in generale, non preoccuparsi eccessivamente se dorme troppo: basti pensare che nel primo mese di vita il neonato tende a dormire dalle 15 alle 20 ore al giorno, poiché il sonno favorisce lo sviluppo e il sistema immunitario.
Crescendo, il bambino regolarizzerà il proprio ritmo circadiano, riducendo sempre più il bisogno di dormire per lunghi periodi, certamente aiutato e accompagnato dalle figure di riferimento.
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