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Togliere il ciuccio: che fatica dire basta

Un articolo dell’Associazione Pollicino Centro Crisi Genitori Onlus sul significato del ciuccio per il bambino, da leggere se state pensando di togliere il ciuccio al vostro piccolo.

L’atto del ciucciare è un tipo di ricerca attiva nei confronti di un primo piacere che ricrea nella mente del bambino una condizione di sicurezza e pieno appagamento, conosciuta nell’intimo contatto con la madre durante l’allattamento. Questa ricerca avviene attraverso la bocca, che per il neonato rappresenta un mezzo per conoscere il mondo esterno e per entrare in contatto con gli oggetti che vi appartengono. L’incontro con un oggetto da succhiare diverso dal seno della madre permette di sperimentare, forse per la prima volta, la propria autonomia nei confronti del piacere e dell’appagamento.

Non è infrequente che i genitori trovino il modo di limitare l’uso del ciuccio ad alcuni momenti della giornata del bambino, momenti che vanno così a configurarsi come un rito che segna in maniera positiva la quotidianità del piccolo. In alcuni casi i genitori si adoperano per eliminare questa abitudine in nome di principi educativi o preoccupazioni di tipo igienico o, ancora, perché possono faticare ad accettare la progressiva indipendenza del figlio nei confronti del piacere che deriva dalla suzione, indipendenza che al contempo implica la graduale rinuncia a sentirsi indispensabili per il proprio bambino. L’utilizzo del ciuccio, viceversa, può essere incentivato da quei genitori che si sentono sollevati dall’insito potere consolatorio di quest’oggetto e soprattutto dal fatto che sia fruibile autonomamente dal bambino. Se da un lato il ricorso al ciuccio, che frequentemente tranquillizza il piccolo, consente appunto a mamme e papà di sanare le loro paure e le loro fatiche, dall’altro bisogna prestare attenzione affinché questo oggetto non appaia come quel qualcosa che tappa la bocca a ogni lamento.

Comprendere il significato profondo che assume l’uso del ciuccio nella vita infantile consente ai genitori di scegliere consapevolmente come porsi nei confronti di questa tendenza, nel rispetto della felicità del proprio figlio e del suo appagamento unico e particolare. Permette inoltre di non dimenticare che, oltre al potere calmante e rassicurante, il ciuccio porta con sé anche un importante valore evolutivo, nel segno di una crescente autonomia. Infine, questa comprensione eviterà di incorrere nel rischio di perdere di vista i bisogni concreti del piccolo che possono talvolta celarsi dietro l’insistenza nell’utilizzo dell’oggetto.

Non è consigliabile far coincidere il togliere il ciuccio con altri momenti che possono rappresentare una fatica per il bambino, in particolare quelli legati al distacco dalla mamma. Può essere utile, invece, togliere il ciuccio interrompendo gradualmente questa abitudine, ricorrendo, laddove possibile, a modalità e rimedi alternativi alla rigidità e che che riescano a infondere coraggio nel bambino, chiamato a questa difficile separazione. Il biasimo, le interruzioni brusche, la repressione attraverso sistemi ricattatori o punitivi non aiutano, infatti, tale particolare svezzamento e, nelle situazioni più critiche, potrebbero anche contribuire all’evoluzione di problematiche successive connesse alla bocca e all’oralità (ad esempio, i disagi che interessano il comportamento alimentare).

Ridurre e semplificare la suzione solamente come una cattiva abitudine rischia di allontanare il riconoscimento e la sensibilità alla relazione che intercorre tra il bambino e quelli che per lui sono, come il ciuccio, oggetti d’amore. Se si promuove, invece, il tentativo di associare le esigenze educative degli adulti ai tempi soggettivi dei piccoli, per i genitori l’accompagnamento dei propri figli verso l’autonomia, pur considerando le normali difficoltà, potrà procedere senza brusche fratture e stravolgimenti.

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Via Amedeo D’Aosta, 6 – Milano
info@pollicinoonlus.itwww.pollicinoonlus.it
800.644.622


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