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Tre scrittrici per ragazzi, tre donne speciali

Tre autrici diverse, eppure vicine. Tre donne che hanno realizzato il loro sogno: scrivere per bambini e ragazzi. Tutte, sebbene con stili differenti, parlano ai più giovani, con dolcezza, di temi delicati.

Le abbiamo incontrate in occasione del loro tour italiano per presentare le loro ultime uscite e ci hanno raccontato qualcosa non solo dei loro personaggi, ma anche di sè. scrittrici

Jennifer Niven è capace di arrivare dritto al cuore di persona così come attraverso la pagina stampata, è capace di mettersi in gioco senza filtri e con emozione. Che sia questa la chiave del suo successo internazionale? Nei suoi ultimi romanzi ha parlato di suicidio giovanile e di bullismo, due temi difficili affrontati da chi il mondo dell’adolescenza, con il suo groviglio di emozioni, lo conosce profondamente.

Parlare ai ragazzi le risulta semplice, forse perchè è consapevole di quanto la lettura possa fare per loro: un libro è prima di tutto un amico, un modo per non sentirsi soli. “Quando avevo 10 anni” – racconta Jennifer con lo sguardo di chi accarezza un ricordo particolarmente prezioso – “la mia famiglia decise di trasferirsi dal Maryland all’Indiana e io pensavo che la mia vita fosse finita. Allora mia madre mi regalò un libro di Judy Blume e mi resi conto, leggendolo, che parlava esattamente di quello che stavo vivendo io. Allora compresi appieno l’importanza di rivedersi e ritrovarsi in una pagina scritta e di capire così che non si è soli”.

Pochi mesi dopo incontriamo Michelle Cuevas, sembra un po` uscita da un libro di fiabe, con i capelli biondissimi, gli occhi azzurrissimi e tanti fiori stampati sui vestiti. Anche lei ha trattato in un libro per bambini un tema delicato: quello della perdita di una persona cara. Spiega che scrivere di questo tema l’ha aiutata ad affrontare una perdita personale e anche a capire che neppure la morte interrompe il dialogo con chi amiamo, perchè quella persona vive sempre dentro di noi, nei nostri ricordi.

Ci racconta di come il suo lavoro, scrivere, sia profondamente intrecciato alla sua vita: del resto è proprio grazie alle ricerche per uno dei suoi romanzi che si è accostata al suo hobby: la falconeria. Le si illuminano gli occhi mentre parla dei rapporto che si crea tra l’uomo e il falco, un legame magico, quasi mistico, che la affascina profondamente. Anche il suo sogno di diventare scrittrice nasce da bambina, quando prende improvvisamente consapevolezza dell`effetto dirompente che può avere un libro. “Stavo leggendo La tela di Carlotta di E. B.White: durante la lettura avevo riso, ma alla fine anche pianto. E rimasi davvero colpita dalle emozioni che può trasmettere un libro. Ce l`ho ancora quel volume, ingiallito, con la copertina rovinata e piena di nastro adesivo. Avevo sottolineato diverse frasi, tra cui una: “è raro trovare un bravo scrittore e un buon amico in un libro”. scrittrici

Lisa Thompson la sentiamo per telefono in occasione dell’uscita del suo libro per ragazzi in cui parla con sensibilità del Disturbo Ossessivo Compulsivo. La sua voce va e viene, ma è chiara la sua soddisfazione per aver realizzato un sogno che coltivava da sempre, senza mai avere il coraggio di provarci davvero. Fino ai 40 anni Lisa ha avuto una brillante carriera come giornalista radiofonica alla BBC. Un lavoro che amava, che le ha permesso di conoscere tanti personaggi importanti e soprattutto, dice, di imparare ad ascoltare e a raccontare storie e a usare l’immaginazione. E poi sono arrivati i 40 anni e qualcosa è scattato: Lisa ha lasciato la radio per dedicarsi completamente alla scrittura. Una scelta coraggiosa che ha però dato i suoi frutti. scrittrici

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