Questa mattina sono tornata indietro nel tempo, ricordando l’euforia che accompagnava anche noi l’ ultimo giorno di scuola.
Oggi questa fatidica data ha assunto per noi mamme contorni diversi: bambini da gestire, camp da prenotare, vacanze da organizzare.
Ma l’ultimo giorno di scuola tutti sentiamo la magia delle pagine che si voltano, quando ancora se ne è un po’ inconsapevoli, e si intuisce soltanto vagamente che un pezzettino importante di vita se ne sta andando, è trascorso con le sue sveglie urlate dalla mamma,
con le sue colazioni al volo e le corse prima della campana.
E’ passato il primo anno di grembiuli, di panini e mele della Milano Ristorazione portati a casa in tasca, di lettere e numeri, di compiti, penne, matite, pennarelli e gomme perse nel nulla, di intervalli e uscite da scuola dopo l’interminabile ultima ora della giornata, di compagni e maestre.
Anche questo ultimo giorno di scuola è passato per i nostri bambini.
Ricordo l’emozione di quell’ultima uscita, quando davanti noi vedevamo un’estate interminabile, infinita, di ore lente e spensierate.
Tanto che settembre, con la sua ripresa, neanche lo si vedeva all’orizzonte, neanche si aveva consapevolezza del fatto che tutto sarebbe ricominciato.
Era estate e il tempo sembrava dilatarsi, aprendo davanti a noi pomeriggi lunghi e afosi di giochi e scoperte. Giornate di nonni, di mamma e papà, di fratelli, di ombrelloni e cabine, di pic nic e aquiloni che non volavano mai.
Di compiti delle vacanze da fare prima o poi, ma tanto c’è tempo.
Ora non lo sanno, i nostri bambini, ma in queste ore sono davvero cresciuti un po’.
E vorrei che quella sensazione di libertà che si sono sentiti addosso al suono dell’ultima campanella, li accompagnasse sempre, anche quando l’ultimo giorno di scuola avrà, come per noi mamme, un sapore completamente diverso.
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